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Il 12 novembre, Zuava Day, ovunque ci troviamo, indossiamo nel corso della giornata un paio di Pantaloni alla Zuava per ribadire al mondo che non saremo mai come ci volete voi.
Q: Perché proprio i Pantaloni alla Zuava?
A: I Pantaloni alla Zuava sono stati scelti in quanto capo desueto, di scarso appeal e di nessun consistente interesse commerciale.
Q: Qual è l'orizzonte culturale alla base dello Zuava Day?
A: Oltre al dadaismo e al situazionismo, il riferimento teorico più immediato è sicuramente quello della scapigliatura milanese, con particolare riferimento all'"Indisposizione" del 1881, iniziativa che costituiva il contraltare dell'Esposizione Nazionale.
Q: Cosa si intende attualmente per “Pantaloni alla Zuava”?
A: Si tratta di un pantalone con chiusura sopra il polpaccio con una fibbia metallica, un bottone o, ultimamente, col velcro. Ricordiamo che i normali pantaloni sì al polpaccio, ma senza alcun tipo di chiusura, quelli, per intenderci, "a pinocchietto", Pantaloni alla Zuava.
Q: È ammessa la partecipazione “simbolica” all’evento rimboccando parte del pantalone?
A: Non è la stessa cosa, non incoraggiamo questa o altre pratiche di adesione simbolica, ma alla fine della fiera l’importante è essere Zuava dentro e ribadire al mondo che non saremo mai come ci volete voi.
non
occorre comperarli! basta prendere un paio di jeans vecchi, o pantaloni
di velluto e tagliarli circa 15 cm sotto il ginocchio e orlarli con
orlo svelto. E se proprio volete fare i fighi, attaccate un "polsino"
del diametro del vostro polpaccio alla
fine del pantalone, recuperato dalla stoffa che avete tagliato in
precedenza, avendo cura di arricciare un poco il fondo del pantalone.
Chiedi ad una nonna o una zia, e te li preparerà in mezz'ora!
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